Flavia De Camillis
In this paper, we propose a historical reflection on the last 175 years – and a projection of the next 25 years – of institutional translation in South Tyrol, with the help of results gathered from three studies. Over the last two centuries in this borderland, language policy has been influenced by a range of governments, from the multilingual Habsburg Monarchy and the forced monolingualism of the Italian Fascist regime to the newfound institutional multilingualism fostered by provincial autonomy. Despite the current wide spectrum of language rights, and unlike other contemporary multilingual institutions, civil servants of the South Tyrolean administration today still translate as their colleagues did 175 years ago. Only the impressive advancements achieved by the latest translation technologies seem to be paving the way for a paradigm shift in local institutions, which are otherwise strongly anchored in tradition.
In questo contributo proponiamo una riflessione sugli ultimi 175 anni di storia – e una proiezione dei prossimi 25 – della traduzione istituzionale in Alto Adige, servendoci dei risultati di alcuni studi. In questa terra di confine si sono susseguite numerose forme di governo nel periodo preso in esame, che hanno influenzato direttamente la gestione linguistica delle istituzioni. Dal multilinguismo di epoca asburgica, al rigido monolinguismo di epoca fascista, al ritrovato multilinguismo favorito dall’autonomia provinciale. Nonostante l’ampio spettro di diritti linguistici attuale, e a differenza di altre realtà contemporanee, oggi nell’amministrazione locale si traduce perlopiù come si traduceva 175 anni fa, ovvero sfruttando il bilinguismo del personale impiegato. Solo l’impressionante salto qualitativo raggiunto dalle tecnologie per la traduzione sembra essere in grado di favorire un cambio di paradigma per le istituzioni di questo territorio, altrimenti fortemente ancorate alla tradizione.