René Girard, autore di opere capitali del pensiero contemporaneo come La violenza e il sacro e Il capro espiatorio è il più grande antropologo vivente insieme a Claude Lévi-Strauss. In un nuovo saggio su Karl von Clausewitz, domanda: "Può esserci una antropologia realistica che precede la decostruzione? L'antropologia contemporanea, strutturalista e postmoderna, nega quest'accesso alla verità. Il pensiero attuale è la castrazione del significato¿. E' questa l'origine, secondo Girard, dello "skandalon" della religione nell'epoca della neosecolarizzazione.
Secondo Girard ¿Oggi nel discorso pubblico si mira a definire la 'non verità' della religione, indispensabile invece per la sopravvivenza della specie umana¿ e l'unica grande differenza fra l'uomo e la specie animale è la dimensione religiosa: "E' questa l'essenza dell'esistenza umana, è l'origine della proibizione dei sacrifici e della violenza¿.
Girard parla di un divorzio fra umanità e sintassi, realtà e linguaggio. "Stiamo perdendo ogni contatto fra il linguaggio e le regioni dell'essere. Oggi crediamo solo al linguaggio. Amiamo le favole più che in qualunque altra epoca. La cristianità è una verità linguistica, logos, Tommaso d'Aquino è stato il grande promulgatore di questo razionalismo linguistico¿.