I l presente contributo si propone di delineare il modo in cui Pietro Giannone, giurista e rappresentante dell�illuminismo napoletano, articola nella sua Vita il proprio discorso apologetico per difendersi dalle accuse di eresia che gli vengono rivolte dai membri della Congregazione del Santo Uffizio. Inquadrando l�autobiografia giannoniana nel cronotopo di riferimento, si presenterà il contenuto dell�opera, si indagherà il modo in cui la voce narrante descrive il suo rapporto con il mondo esterno, in particolare con i detrattori, i traditori e con l�ambiente della corte imperiale viennese presso la quale soggiorna per undici anni, e ci si chiederà quale concetto l�io abbia di se stesso e come concretizzi l�autopoiesi, costruendo la propria identità letteraria.