Josh Brown
La formazione di una koinè si può considerare la caratteristica principale dello sviluppo della lingua lombarda dal Quattrocento al Cinquecento. Fino a che punto Milano influenzasse la koinè lombarda è tuttavia ancora una questione aperta. Da un lato, alcuni studiosi sostengono che Milano svolgeva un ruolo di forza centralizzatrice per la “milanesizzazione” degli altri volgari lombardi, in modo simile a quanto accadeva in Piemonte e in Veneto. Dall’altro, molti studi negano a Milano questo ruolo sulla koinè lombarda e ribadiscono l’importanza di verificare se il prestigio di Milano influenzava i volgari non-milanesi. Il presente saggio considera fino a che punto Milano influenzava la koinè nella Lombardia del Quattrocento. Si prendono in esame otto fenomeni linguistici, descritti precedentemente come esclusivi del pavese, per analizzare la loro presenza o assenza in un corpus di testi religiosi scritti nel Quattrocento dalla suora Elisabetta di Pavia, e per verificare se si possono identificare elementi linguistici milanesi. Si considerano aspetti della fonologia e della morfologia nelle memorie di Elisabetta per dimostrare la formazione di una lingua prekoinè. L’articolo suggerisce la necessità di ridimensionare il ruolo di Milano nella storia dei volgari della Lombardia, sottolineando invece l’importanza delle fonti non-letterarie per il nord Italia e l’importanza attribuita ai capoluoghi nei processi di koineizzazione.
The main tendency characterizing the development of language in Lombardy in the 14th and 15th centuries is the formation of a koinè. The extent to which Milan influenced the Lombard koinè is the subject of ongoing debate. On the one hand, scholars suggest that Milan provided a centralizing force for the “Milanisation” of other Lombard vernaculars, similar to what occurred for Piedmont and the Veneto. On the other hand, studies have pointed out that Milan was not a centralizing force for the Lombard koinè, and that it remains to be verified whether the prestige of Milanese influenced non-Milanese vernaculars. This paper considers the extent to which Milan influenced the koinè in fifteenth-century Lombardy. I consider eight linguistic items, previously described as unique to the vernacular of Pavia, to verify their presence or absence in a corpus of religious writing from the early fifteenth-century nun Elisabetta of Pavia and whether Milanese items can be identified. I consider aspects of phonology and morphology in Elisabetta’s letters and conclude that her language is best characterized as a prekoinè. The article concludes by arguing for lesser emphasis on the role of Milan in histories of the vernacular in Lombardy. This finding has implications for the history of non-literary writing in north Italy and the importance attributed to capital cities in processes of koineization.