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Giulia Tomasi
L’articolo sottolinea la varietà che si riscontra nel genere dei libri di cavalleria. L’unicità di Valerián de Hungría, in particolare, è garantita dalla sua ricchezza contenutistica e lessicale. Verso la fine del libro, infatti, l’autore presenta un acceso dibattito tra due cavalieri con opinioni contrapposte riguardo all’amore. Si tratta di Pacífico e Cupidio e il dialogo del quale sono portavoce merita di essere studiato alla luce del genere cavalleresco sia nella sua configurazione medievale, sia in quanto letteratura di moda del Cinquecento, al fine di mettere in risalto gli elementi rielaborati da Clemente. Lo studio sviluppa un confronto con alcuni episodi di libri di cavalleria, ma considera anche il diffondersi di un’ideologia in altri testi contemporanei che affrontano gli stessi temi presentati nel capitolo del Valerián che si analizza.
This article highlights the variety that characterises the Spanish romances of chivalry as a genre. The uniqueness of Valerián de Hungría by Dionís Clemente (1540) is given by its rich content and lexicon. By the end of the book, the author includes a heated debate between two knights whose opinions about love contrast. They are Pacífico and Cupidio. Such a dispute needs to be studied in light of the bibliography about the genre within the Middle Ages and the Renaissance, in order to find out which elements Clemente re-elaborates. The investigation develops through the comparison with a few episodes taken from other romances of chivalry, but also with the ideology spread within contemporary works in which the same themes of Valerián are remarked.
