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Nápoles, Italia
For the first time, this essay presents a reading of the Quijote as a ‘compromise-formation’, operating on a double level: that of the cognitive process, which underlies many adventures of the knight, and that of the amorous conception that inspires his feeling for Dulcinea. From the point of view of the history of Western Culture, this kind of interpretation is well justified as a reaction, in a regressive key, against the ‘advent of a new rationality’, which had taken place between the end of the Sixteenth century and the beginning of the seventeenth century, thanks to the work of scientists and philosophers such as Bacon, Galileo, Descartes.
Il contributo presenta per la prima volta una lettura del Quijote come ‘formazione di compromesso’, operando su un doppio piano: quello del processo conoscitivo, che sottende molte avventure del cavaliere, e quello della concezione amorosa, che ispira il suo sentimento per Dulcinea. Dal punto di vista della storia della cultura occidentale, una tale lettura si giustifica come reazione, in chiave regressiva, rispetto all’ ‘avvento di una razionalità nuova’, che si era prodotta tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, grazie all’opera di scienziati e filosofi come Bacone, Galilei, Cartesio.
