Patrizia Panico, Carlo Goldoni
Nel 1883 venne pubblicata sulle pagine di un giornale di Istanbul la traduzione sefardita (o giudeospagnola che dir si voglia) di un’opera goldoniana intitolata La Escoĉeśa, quasi a conferma delle parole di Jérôme Carré-Voltaire riportate all’inizio, secondo le quali il soggetto della commedia poteva essere con successo tradotto e rappresentato in tutte le lingue. Come abbiamo visto, Goldoni non fu un pedissequo traduttore dell’opera francese, ma un “ricreatore” che trasse spunto dalla vicenda ampliandone tuttavia l’intreccio e adattandola alla realtà e al gusto italiani. Confrontando invece la versione sefardita con l’opera goldoniana risulta subito chiaro che non si tratta di una rielaborazione ma di una traduzione vera e propria, benché siano evidenti alcune piccole differenze che consistono sostanzialmente in omissioni di brevi parti di testo o nella traduzione imprecisa di alcuni termini.