Siena, Italia
L’articolo propone la presenza di due diverse declinazioni del tema marino nel Medioevo: quella realistica, spesso infernale e minacciosa, e quella metaforica, legata all’abbandono mistico o al topos della navigazione come allegoria della vita umana in cerca della salvezza. Il mare realistico e infernale è nella Commedia dantesca soprattutto quello di Ulisse, mentre la metafora della navigazione come percorso verso la salvezza si lega al viaggio di Dante quale protagonista del poema e al significato della sua narrazione. Dopo aver tratteggiato un contesto culturale in cui collocare questo orizzonte di ricerca, con incursioni fino alle letterature moderne, l’articolo mette in dialogo, relativamente a questo tema, alcuni testi del canzoniere di Ausiàs March (in particolare i canti II e XLVI) e il modello dell’Ulisse dantesco. March tuttavia sostituisce la ricerca interiore alla perlustrazione spaziale del modello, nonché, in alcuni casi, il tentativo di trovare per il soggetto lirico dei suoi testi una possibilità di salvezza. Questa possibilità appare ancora una volta sensibile al modello di Dante, e in particolare, nel canto ii, ad alcuni caratteri del Purgatorio.
This article proposes the presence of two different declinations of the marine theme in the Middle Ages: the realistic one, often infernal and threatening, and the metaphorical one, linked to mystical abandonment or to the topos of navigation as an allegory of human life in search of salvation. The realistic and infernal sea is especially that of Ulysses in Dante’s Commedia, while the metaphor of navigation as a path towards salvation is linked to the protagonist’s journey and the meaning of his narration. After the rapid reconstruction of a cultural context in which to place this research horizon, with incursions up to modern literatures, the article focuses on the way in which, in relation to this theme, some texts from Ausiàs March’s songs (in particular the songs II and XLVI) dialogue with the model of Dante’s Ulysses. March, however, replaces the spatial exploration of the model with interior research, as well as, in some cases, the attempt to find a possibility of salvation for the lyrical subject of his texts. This appears once again sensitive to Dante’s model, and in particular, in the song ii, to some characters of Purgatory.